BioHystScienza per Amore

Bits of Future: food for all – presentazione progetto umanitario – 2.3.2011

Bits of Future: food for all
Frammenti di Futuro: cibo per tutti

PRESENTAZIONE UFFICIALE DEL PROGETTO UMANITARIO

Roma 2 marzo 2011, ore 14,30-16,30 Sheraton Golf 1 – Sala “Visconti”

Cibo per tutti, questo è l’obiettivo dell’Associazione Scienza per Amore che, da anni, è impegnata a finanziare lo sviluppo della tecnologia HYST, di ideazione dell’Ing. Umberto Manola.

Il 2 Marzo 2011, presso lo Sheraton Golf 1 di Roma, Scienza per Amore ha presentato Bits of Future: food for all. Un progetto umanitario che, attraverso la donazione degli impianti e dei prodotti derivanti dalle lavorazioni Hyst, mira alla sicurezza alimentare e allo sviluppo sostenibile dell’Africa.

“La tecnologia Hyst è infatti in grado di ricavare da biomasse agricole, anche di scarto, prodotti destinati ai settori dell’alimentazione umana e zootecnica, dell’industria chimica e della produzione di energie alternative, senza alcun impatto ambientale”, ha spiegato Pierpaolo dell’Omo della società BioHyst. “I risultati ad oggi ottenuti su materie prime europee quali sottoprodotti dell’industria molitoria e paglia di cereali, testimoniano l’idoneità della tecnologia a risolvere le problematiche connesse alla sicurezza alimentare e alla malnutrizione”.

A seguito di questi risultati, il progetto procederà con la sperimentazione su biomasse tipiche degli Stati africani, fino a giungere all’installazione in loco dei primi impianti.

L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con la società BioHyst, che segue per conto dell’Associazione Scienza per Amore il progetto per la risoluzione del problema della scarsità alimentare in Africa. BioHyst, responsabile anche della commercializzazione degli impianti nei paesi sviluppati, intende instaurare solidi legami con le rappresentanze governative e le organizzazioni internazionali operanti nell’ambito della cooperazione allo sviluppo presenti all’evento (Senegal, Burkina Faso, Costa D’Avorio, Somalia, Puntland, Ghana, Mozambico, IFAD, UNIDO), al fine di promuovere la diffusione della tecnologia nei Paesi Africani.

L’incontro è stato aperto da Alessandra Costa, Direttore Generale di BioHyst. “Il nome che abbiamo dato al progetto è simbolo di una potenzialità oggi esistente che può tramutare un’utopia in una concreta realtà: utilizzare la tecnologia HYST per portare cibo a coloro che ne hanno bisogno […] Continueremo a lavorare con determinazione, pazienza ed onestà” ha dichiarato il Direttore Generale “Crediamo sia fondamentale in un’azienda trovare l’armonia tra il giusto profitto, non finalizzato ad una mera speculazione, ma allo sviluppo di una economia reale a beneficio dell’umanità. I tempi impongono la necessità di un’innovazione. Questa innovazione è già la nostra tecnologia”.

L’intervento di Alessandra Costa è stato seguito da una presentazione dell’Associazione Scienza per Amore e da un video illustrante il funzionamento del sistema Hyst. “Riteniamo che sia necessaria una svolta etica, guidata da valori elevati di solidarietà “universale”, dove le risorse, economiche, scientifiche e tecnologiche siano funzionali ad una azione filantropica”, ha commentato il rappresentante dell’Associazione, Francesca Luciani. “Solo la scienza usata per amore degli esseri umani può portare le reali soluzioni. Da qui il nostro nome”.

Successivamente, rappresentanti della BioHyst, hanno chiarito l’impatto della tecnologia sul problema della sicurezza alimentare in Africa, spiegando il programma del progetto umanitario ad essa collegato.
“Caratteristica del processo Hyst è recuperare, ad esempio dal cruscame, una farina non solo idonea all’alimentazione umana, ma che definirei eccezionale: ad alto contenuto proteico, ad alto contenuto di zinco, di ferro e di vitamine. La malnutrizione è un problema grave quanto la fame vera e propria, un migliore accesso alle vitamine e allo zinco salverebbe oltre 680.000 bambini l’anno”, ha dichiarato Pierpaolo dell’Omo, del settore Ricerca e Sviluppo di BioHyst. “Per quanto riguarda la zootecnia, foraggi di sussistenza ampiamente diffusi nell’Africa sub sahariana risultano valorizzati dalla lavorazione, che ne aumenta la digeribilità e il potere nutritivo”.

“Il nostro fine è dare al paese e alla popolazione gli strumenti sia per lavorare sia per produrre da soli quanto necessario ad una esistenza dignitosa. Essere liberi”, ha proseguito Daniele Lattanzi, Business Development Manager di BioHyst. “Il fatto di cedere gli impianti non è una semplice donazione, ma è fare in modo che la popolazione sia allo stesso tempo, e in piena autonomia, tanto produttore quanto consumatore delle materie prime”.

Tra i relatori il 2eme Secretaire Mamoud Top, in rappresentanza di S.E. Papa Cheikh Saadibou Fall, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica del Senegal in Italia, rappresentante permanente presso la FAO, l’IFAD e il WFP, che ha precisato il ruolo del Senegal nell’ambito del progetto Bits of Future. “Questo progetto potrà in futuro contribuire a risolvere il problema della fame nel mondo. Il Senegal non può che essere felice di essere stato scelto come Paese catalizzatore. Il Governo farà ogni sforzo per non deludere le finalità del progetto. Credo che anche gli altri rappresentanti di Paesi africani presenti in sala non mancheranno di riferire ai propri governi quanto questo progetto sia interessante”.

L’incontro si è concluso con un intervento del Dr. Vito Pignatelli, Coordinatore Tecnologie Biomasse e Bioenergie ENEA, Presidente dell’ITABIA (Italian Biomass Association). “Stiamo vivendo un momento storico, in cui l’Italia è all’avanguardia. Trovare e sviluppare tecnologie di pretrattamento che consentano di produrre etanolo di seconda generazione, senza inquinare e senza nulla togliere alle risorse alimentari, lo riteniamo estremamente importante.”

La presenza, oggi, di enti di ricerca, università, aziende ed istituzioni quali l’ENEA e associazioni di categoria quali ItalMopa, testimonia il grande interesse suscitato in questo ultimo anno dalla tecnologia Hyst. Interesse dovuto alla pervasività delle applicazioni industriali e alla portata innovativa della tecnologia.

Prima dell’apertura del dibattito, l’Associazione Scienza per Amore ha annunciato la costituzione di un Comitato Promotore Internazionale “per il conferimento della massima onorificenza all’Ingegner Umberto Manola: il premio Nobel”. A tale iniziativa hanno aderito con entusiasmo numerosi ambasciatori presenti in sala, tutti colpiti dalla portata umanitaria del progetto Bits of Future: food for all, per il quale hanno espresso pieno sostegno.