BioHystScienza per Amore

Chi non vuole la scienza per il bene dell’Africa? – 23.2.2012

Chi non vuole la scienza per il bene dell’Africa?

Tecnologia HYST: dalle biomasse alimenti ed energia sostenibile

Presentata al CNR la “macchina del cibo”

Il giorno 23 febbraio 2012, presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Montelibretti, si è tenuto il convegno di studio “Tecnologia HYST: dalle biomasse alimenti ed energia sostenibile” organizzato dal CNR Area della Ricerca RM1 e dall’associazione Scienza per Amore, in collaborazione con la società BioHyst.
Dopo i riscontri positivi delle università di Piacenza e Milano, le potenzialità della tecnologia HYST sono state presentate a una platea di esperti presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

L’incontro è stato aperto dal Responsabile dell’Area Ricerca CNR Roma 1, Renzo Simonetti, il quale ha brevemente illustrato le attività dei vari dipartimenti che afferiscono alla struttura.

Al suo intervento sono seguiti quelli del prof. Pier Paolo Dell’Omo (Dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica dell’Università La Sapienza), del prof. Luca Malagutti (Dipartimento di Scienze Animali dell’Università di Milano) e della dott.ssa Francesca Luciani (Istituto Superiore di Sanità). I tre relatori hanno, rispettivamente, messo in evidenza le potenzialità della tecnologia HYST nella produzione di biocarburanti, di mangimi e di alimenti funzionali per l’uomo più nutrienti e digeribili.

La seconda parte dell’incontro si è focalizzata sull’aspetto umanitario della tecnologia. Luca Urdich, dell’associazione Scienza per Amore, ha illustrato il progetto Bits of future: food for all che mira a combattere la fame e a favorire l’ottimale utilizzo delle risorse nei Paesi in Via di Sviluppo attraverso l’uso della HYST.

Il dott. Daniele Lattanzi, della società BioHyst – che gestisce per conto dell’Associazione Scienza per Amore gli aspetti economici legati alla tecnologia – ha concluso i lavori evidenziando l’impatto economico, occupazionale e d’investimento che avrebbe l’introduzione della HYST in Italia.

Il convegno al CNR costituisce il più recente capitolo della vicenda giudiziaria e mediatica che ha coinvolto la tecnologia HYST inventata dall’ing. Umberto Manola e finanziata dai soci di Scienza per Amore. Due anni fa, mentre procedevano le verifiche sulle possibilità di applicazione della tecnologia HYST da parte di università italiane ed estere, qualcuno ha pensato bene di costruire maldestre e false tesi con cui colpire il Progetto Umanitario legato alla tecnologia e il suo promotore Danilo Speranza. Per una strana “coincidenza” di eventi, infatti, nel mese di luglio del 2009, in concomitanza con la firma che sanciva l’acquisizione della tecnologia, su Danilo Speranza è piovuta una denuncia per abuso sessuale e truffa. L’associazione Scienza per Amore è stata sottoposta alla gogna mediatica ed etichettata come “setta”. Attualmente – a fronte dell’interessamento ufficiale di cinque governi africani, di molti risultati positivi e qualificati pareri di tecnici – la tecnologia HYST è tuttora bloccata nella ricerca di verità in un’inchiesta giudiziaria, rendendo impossibile il suo utilizzo a scopo umanitario.

Quella che era stata definita “fantomatica macchina in grado di trasformare l’immondizia in cibo” – o, ancora più fantasiosamente, “frullatore” o “distruttore molecolare” – si sta mostrando per quello che è: un’innovazione in grado di contribuire fattivamente ai problemi dell’energia sostenibile e dell’alimentazione.

In attesa che le indagini accertino la verità e i macchinari vengano dissequestrati, Scienza per Amore, seguendo la propria etica, continua a lavorare per informare media, istituzioni ed enti scientifici affinché tutti possano godere dei benefici della HYST. Confermata l’efficacia della tecnologia, si può affermare con certezza che non esiste truffa.
Gli associati di Scienza per Amore puntano pertanto alla massima visibilità: altro che setta, solo filantropi ostacolati da chi non desidera che la tecnologia arrivi in Africa.
“A questo punto vorremmo una interpellanza parlamentare”