BioHystScienza per Amore

Università degli Studi della Tuscia – 24.5.2012

Convegno Tecnologia HYST: Nuove prospettive di utilizzo delle risorse agricole

Il giorno 24 maggio 2012 a Viterbo, presso il CeFAS (Azienda Speciale Formazione e Sviluppo della CCIAA di Viterbo), si è tenuto il convegno “Tecnologia HYST: nuove prospettive di utilizzo delle risorse agricole” organizzato dall’Università degli Studi della Tuscia, dal CeFAS, e dall’Associazione Scienza per Amore, in collaborazione con la società BioHyst.

Ha aperto i lavori il dott. Stefano Gasbarra direttore del CeFAS organismo che, negli anni ’80, si è occupato anche di programmi di formazione manageriale per i Paesi in via di sviluppo. “Nel nostro DNA è da sempre presente l’attenzione a queste tematiche” ha dichiarato rivolgendosi all’associazione Scienza per Amore. Il dott. Gasbarra ha inoltre portato i saluti dell’ing. Leonardo Senni, capo dipartimento del Ministero dello Sviluppo Economico.

Successivamente, ha dato il benvenuto il prof. ing. Danilo Monarca, dell’Università degli Studi della Tuscia, vice presidente dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria (AIIA) e promotore – insieme al prof. Maurizio Carlini, come ha tenuto a ricordare – del Centro Interdipartimentale di Ricerca e Diffusione delle Energie Rinnovabili (CIRDER).

Nel primo intervento il prof. ing. Maurizio Carlini, dell’Università degli Studi della Tuscia, ha presentato una panoramica sul futuro delle bioenergie e sui vantaggi derivanti dall’utilizzo dei biocarburanti e biogas. “Dobbiamo fare scelte che siano, sì sostenibili, ma fino in fondo” ha dichiarato.

L’ing. Pierpaolo Dell’Omo, dell’Università di Roma La Sapienza – DIAEE, ha poi illustrato i principi fondamentali del funzionamento della HYST e la sua applicazione nel pretrattamento di biomasse lignocellulosiche per la produzione di biometano di seconda generazione. “I residui della coltivazione di cereali e delle colture arboree hanno un potenziale energetico pari al 40 % della benzina consumata in Italia ogni anno. […] Attualmente non c’è un vero commercio di biocarburanti di seconda generazione, la loro produzione è solamente lo 0,1% di quella di tutti i biocarburanti. Ciò a causa delle difficoltà tecniche ancora da superare. Il pretrattamento HYST supera queste difficoltà tecniche e ha un’ottima efficienza energetica. Infatti il processo HYST consuma solamente 25 kWh di energia elettrica per ogni tonnellata di materiale trattato. Non esistono oggi altri sistemi di trattamento sostenibili energeticamente e quindi commercialmente. […] Il biometano HYST non solo costa la metà rispetto ai biocarburanti di prima generazione, ma è anche competitivo rispetto ai carburanti tradizionali.

Ha fatto seguito l’intervento della dott.ssa Francesca Luciani dell’Istituto Superiore di Sanità – CRIVIB, incentrato sull’utilizzo a fini alimentari (sia per gli uomini che per gli animali) della HYST. “Con il procedimento HYST si potrebbe evitare un grande spreco di nutrienti presenti negli scarti agroalimentari utilizzando il 100% di quello che la natura ci mette a disposizione. In questo modo è possibile ottimizzare sia le risorse che lo smaltimento degli scarti.

Luca Urdich, dell’associazione Scienza per Amore, ha illustrato il progetto pilota sviluppato per il Senegal e il Corno d’Africa, basato sull’utilizzo di paglie da cereali molto diffuse nelle zone.
Il progetto pilota assolve a tre funzioni: primo, soddisfare le necessità alimentari ed energetiche; secondo, essere autosufficiente da un punto di vista energetico e idrico, e rifornire le comunità limitrofe anche in aree prive delle infrastrutture necessarie, e terzo, sperimentare, in collaborazione con istituti di ricerca nazionali ed internazionali, il trattamento di altre biomasse vegetali locali.” Ha infine evidenziato Urdich: “La tecnologia HYST può essere considerata la tessera mancante che rende sinergici i 3 settori – agricoltura, allevamento, energia – con uno scambio reciproco di sottoprodotti e scarti che consente di valorizzare completamente le biomasse disponibili, con un processo sostenibile che salvaguarda l’ambiente. Tutto questo rende quindi concreto il progetto umanitario Bits of future: food for all, progetto il cui obiettivo fondamentale è quello di avviare processi stabili che portino all’autosufficienza alimentare ed energetica a vantaggio della popolazione.

Ha concluso gli interventi il Dott. Daniele Lattanzi della BioHyst esaminando le possibilità aperte dall’introduzione della tecnologia in Italia e in particolare nella zona della Tuscia. “La provincia di Viterbo concentra 1/3 dei residui della coltivazione dei cereali di tutto il Lazio.[…] Si potrebbe avviare un pregetto che preveda la costruzione di 2 o 4 impianti che sfruttino tali biomasse per la produzione di biometano per autotrazione con una produzione di circa 16 milioni di metri cubi di metano per un valore di mercato stimato approssimativamente in 16 milioni di euro.” Lattanzi ha concluso sottolineando: “Noi non vogliamo proporci come competitors dei produttori di carburanti tradizionali ma rispondere a una domanda di mercato derivante da un obbligo di legge.

Tra i partecipanti al convegno, erano presenti diversi rappresentanti del Movimento degli Africani che hanno manifestato il loro interesse verso la HYST. Hanno anche espresso l’urgenza che il progetto umanitario Bits of Future: food for all, già ampiamente presentato ai rappresentanti governativi dei paesi africani, possa realizzarsi al più presto.