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Carburanti dal verde

I biocarburanti di seconda generazione e il conflitto tra cibo ed energia

elettricitaAttualmente l’industria mondiale dei biocarburanti consuma enormi quantitativi di cereali, da cui ricava molto più carburante che dalla paglia o dai residui di potatura. I residui agricoli infatti devono essere opportunamente modificati per renderli attaccabili dai microorganismi che li trasformeranno in metano o etanolo. Questo processo si chiama pretrattamento e l’assenza di tecnologie di pretrattamento mature a livello industriale impedisce a tutt’oggi di produrre volumi importanti di carburanti di seconda generazione. Questo è il motivo per cui, mentre il 30% dell’umanità soffre di malnutrizione, ogni anno si bruciano oltre 100 milioni di tonnellate di cereali per produrre biocarburanti.

La questione dei biocarburanti porta con sé anche il fenomeno del Land Grabbing. L’accaparramento delle terre da destinare alle colture energetiche è una piaga che in molte aree va ad aggravare le già difficili condizioni delle comunità rurali. I terreni migliori vengono trasformati in sterminate piantagioni per la produzione di biocarburanti, a discapito di chi dalla terra vorrebbe trarre il giusto nutrimento e reddito.

I biocarburanti Hyst

La Hyst si presta a risolvere con efficacia il conflitto tra esigenze energetiche e bisogni alimentari, perché consente di utilizzare i residui agricoli contemporaneamente a fini alimentari ed energetici. Gli impianti Hyst sono infatti utilizzati per pretrattare residui agricoli con cui produrre biocarburanti senza usare i chicchi.
Dalla lavorazione Hyst della stessa materia prima vegetale, infatti, si ottengono diversi prodotti: quelli che non contengono abbastanza sostanze nutritive per l’alimentazione, possono essere utilizzati per produrre energia. Dopo aver strappato, ad esempio, a una paglia di cereali la maggior parte dei nutrienti per farne mangime, il processo Hyst consente di adoperare al meglio la quantità rimanente per produrre biogas. Così da una tonnellata di paglia si possono ricavare 300 kg di mangime e far viaggiare un’automobile per oltre 3200 km!

Per comprendere l’importanza del risultato basti pensare che, con una tonnellata di mais coltivato a uso energetico e quindi sottratto al normale utilizzo alimentare, si può produrre il carburante necessario a percorrere solo 1800 km.
Quanto verrebbe a costare il carburante Hyst? Meno di 0,6 € per litro di benzina equivalente1, cioè meno dell’attuale costo industriale di benzina e gasolio2!
Il dott. Vito Pignatelli, responsabile bionergie dell’ENEA (Ente italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile), ha definito la Hyst un esempio di punta della ricerca industriale nel campo delle energie da biomassa.

1) Un litro di benzina ha lo stesso contenuto energetico di 0,9 m3 di biometano.
2) Secondo uno studio condotto presso il Dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica dell’Università La Sapienza di Roma (DIAEE).

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