Storia del progetto
Il progetto umanitario “Bits of Future: Food for All” si basa sull’utilizzo della tecnologia Hyst (Hypercritical Separation Technology). Nato nell’ambito dell’industria molitoria, il sistema Hyst consente un miglior utilizzo dei prodotti agricoli e dei sottoprodotti agroindustriali a fini alimentari ed energetici.
Già i primi test avevano mostrato che la farina Hyst prodotta, ad esempio, da un sottoprodotto come la crusca di frumento, era estremamente ricca di proteine, vitamine, ferro e zinco. Offriva, pertanto, evidenti vantaggi in contesti di povertà, malnutrizione e denutrizione nei quali la dieta si basa sul consumo di cereali. Ma non era tutto. Attraverso la lavorazione Hyst era possibile ottenere, partendo da materiali “poveri” come le paglie di grano e di mais, mangimi con caratteristiche simili a quelle di un fieno di ottima qualità per contenuto di proteine, amido e valore nutrizionale. Nutrire meglio gli animali significava garantire migliori condizioni di vita e una più appropriata alimentazione per gli esseri umani che da essi dipendono.
L’Associazione
La sperimentazione richiedeva ingenti risorse economiche e poté continuare grazie al sostegno finanziario di Danilo Speranza, presidente dell’associazione R.E. Maya. Quest’ultimo intuì l’enorme potenzialità della ricerca per sviluppare una tecnologia che alleviasse il problema della fame nei Paesi in via di sviluppo.
Danilo Speranza e l’associazione R.E. Maya (ora Scienza per Amore) si occupavano, tra le varie attività, di fornire aiuti alimentari e assistenza legale alle comunità somale in Italia e di sostenere gli orfani di guerra direttamente nel loro Paese. Attraverso le esperienze maturate nel confronto con questo Paese martoriato, gli associati conobbero i gravi problemi legati alla fame e alla guerra.
Per questo motivo, alla fine degli anni Novanta, molti di loro sposarono il progetto di aiuto all’Africa. Convinti della validità della ricerca si unirono al Presidente per finanziare l’ingegnere. Da questo sforzo comune, durato oltre 15 anni, si arrivò al brevetto Hyst e all’ideazione del progetto Bits of Future: Food for All.
Nel luglio del 2009 si concretizzava l’accordo dal quale sarebbe scaturita l’immediata collaborazione operativa tra l’inventore e l’associazione R.E. Maya.
Già dai primi passi, Bits of Future: Food for All ha dovuto affrontare una serie di ostacoli che, comunque, non hanno impedito che la validità della Tecnologia e del Progetto venissero riconosciuti ai più alti vertici istituzionali e scientifici.
Bits of Future oggi
I Governi di Senegal, Somalia, Ruanda, Cameru, Burkina Faso, Burundi e Congo Brazzaville hanno firmato lettere ufficiali di interesse, con l’intento di arrivare in tempi brevi alla realizzazione delle prime installazioni industriali. Molti altri governi africani hanno manifestato la volontà di aderire all’iniziativa.
Importanti organizzazioni internazionali che operano nell’ambito della cooperazione allo sviluppo – quali la FAO, l’IFAD, la Word Bank e l’African Development Bank – hanno mostrato il proprio apprezzamento verso il Progetto e la Tecnologia Hyst.
In Italia Bits of Future: Food for All, dopo aver ricevuto il plauso di diverse autorità, prima tra tutte la Presidenza della Repubblica, è stato accolto con favore anche presso il Ministero della Cooperazione Internazionale e l’Integrazione. Inoltre, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e quello della Salute hanno confermato la validità e la sicurezza dei prodotti destinati all’alimentazione ottenuti dalla Hyst.
Oltre all’ENEA, prestigiose università italiane – come Sapienza, il Campus Bio-Medico di Roma e la Statale di Milano – hanno avviato progetti di ricerca scientifica in collaborazione con l’Associazione, al fine di caratterizzare i prodotti ed esplorare nuovi campi di applicazione.